jueves 30 Nov, 2023
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Maria Amelia Lai (PresidenteConfartigianato Sardegna): “La nostra è una idea seria, concreta,innovativa e ambiziosa per offrire soluzioni alle imprese per nonfarle più dipendere dalle oscillazioni del mercato”. Dalla Regionesulla transizione energetica, attraverso il FESR, a disposizione 261milioni di euro. Sono quasi 16 i milioni di metri quadrati che, sui tetti dei capannoniartigianali e industriali della Sardegna, potrebbero essere usati perl’installazione di pannelli fotovoltaici e per produrre energiarinnovabile senza consumare terreni utili alle produzioni. Lasuperficie, grande come 2.212 campi da calcio, se venisse sfruttata inmodo ottimale, ovvero al 65%, avrebbe una potenza installabile di1.284 MW pari ad una produzione di 1.904 GWh, che porterebbe asoddisfare il 55% dei consumi elettrici del settore produttivo sardo,passando da un peso del 26% delle rinnovabili sulla produzioneelettrica sarda a un peso del 40%. Gli investimenti sarebbero pari a23 milioni di euro all’anno e i posti di lavoro creati sarebbero 8.748in fase di costruzione e installazione e 357 a regime per gestioni emanutenzioni. E’ questo, in sintesi, ciò che è emerso stamattina dalla presentazionedello studio di Confartigianato Imprese Sardegna, realizzato incollaborazione con la società SmartLand, dal titolo “Potenzialitàdell’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoninelle aree produttive presenti in Sardegna”, in occasione di unainiziativa regionale svoltasi a Cagliari e organizzata per la“Settimana per l’Energia e la Sostenibilità di Confartigianato ImpreseSostenibili”, alla quale hanno partecipato Maria Amelia Lai,Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Paolo Truzzu, Sindacodi Cagliari e della Città Metropolitana, Federico Della Puppa,analista di Smartland, Fabrizio Pilo, Prorettore per il territoriodell’Università di Cagliari, e Marco Naseddu, del Centro Regionale diProgrammazione della RAS. “La nostra è una idea seria, concreta, innovativa e ambiziosa peroffrire soluzioni alle imprese per non farle più dipendere dalleoscillazioni del mercato – ha affermato Maria Amelia Lai, Presidentedi Confartigianato Sardegna – significherebbe anche coprire ilfabbisogno energetico delle attività produttive e raggiungerel’autonomia energetica; conti alla mano le nostre aziende potrebberomigliorare la loro competitività”. “Inoltre – ha aggiunto laPresidente – ricoprire i tetti dei capannoni industriali e artigianalicon sistemi fotovoltaici per produrre energia avrebbe anche ilrisvolto positivo di non dover consumare suolo: installando i pannellisulle sommità di edifici già esistenti si eviterebbe infatti di crearecampi fotovoltaici su terreni agricoli o comunque non edificati, atutto beneficio delle zone verdi”. “Senza energia – ha proseguito laLai – non si produce, non si può essere competitivi. E per esserecompetitive le imprese non possono subire i continui aumenti dei costienergetici. Dobbiamo ridurre la dipendenza per l’approvvigionamento epuntare sulle fonti alternative e pulite. In questo, serve uno scattoe un impegno convinto e concreto anche da parte della politica”. Siamopronti a presentare e proporre questo studio ai decisori politici ealle Istituzioni – ha sottolineato – anche per individuare strumentidi finanza sostenibile per realizzare, almeno in parte, questoobiettivo”. “Sin da subito abbiamo accettato la sfida di guidare leimprese sarde verso la transizione green – ha rimarcato la Lai –infatti cresce il numero dei piccoli imprenditori già impegnati aridurre l’impatto energetico delle proprie attività ma questi sforzidovranno essere accompagnati da politiche e interventi orientati adaffrontare la transizione energetica e ambientale. Inoltre, bisognaridurre drasticamente la burocrazia che, ad esempio, ostacolal’installazione di impianti rinnovabili per imprese e privati ed ènecessario sbloccare gli incentivi, come quelli per favorirel’autoproduzione di energia”. “Non bastano più i piccoli gesti – haaggiunto Daniele Serra, Segretario Regionale di ConfartigianatoSardegna – stiamo arrivando ad un punto di non ritorno. Dobbiamoimpegnarci per raggiungere l’autonomia energetica per non esserecostretti a subire politiche energetiche esterne”. “Le impreseartigiane – per il Segretario – devono sapersi adeguare al cambiamentoe avranno un ruolo decisivo, ad esempio nella riqualificazioneenergetica, con tutta la filiera delle costruzioni, ma anche nellamanutenzione dei mezzi di trasporto elettrici”. “L’inclinazione dei sardi verso il fotovoltaico va sostenuta coninterventi strutturali pensati per le imprese e utilizzo dei fondi delPnrr deve essere ripensato in quest’ottica, altrimenti rischiamo diperdere un’opportunità straordinaria – ha concluso la Presidente Lai –pensare al futuro delle imprese e del Paese significa anche realizzarela transizione green”. Secondo Paolo Truzzu, Sindaco di Cagliari e Metropolitano, “sullatransizione energetica è necessario lavorare a una pianificazionecomplessiva che vada a incidere sull’1% di quei territori giàcompromessi. La transizione deve essere un vantaggio sia per lesingole imprese e per le famiglie con l’obiettivo di avere diabbattere i costi energetici. Infine è necessario far si che sia ilSistema a sostenere le attività produttive che vogliono investire neisistemi di energia alternativa”. Per Fabrizio Pilo, Prorettore per il territorio dell’Università diCagliari “la transizione energetica è un cambiamento epocale chedobbiamo gestire, all’interno di una situazione nella quale non farenulla ci costerebbe molto di più rispetto a compiere delle azioni. Ilfotovoltaico fa parte di quel miglioramento tecnologico ma rimane ilproblema di come accumulare l’energia prodotta e di renderladisponibile per giorni, mesi e anni. L’auspicio è che la Sardegnapossa raggiungere gli obiettivi della sostenibilità energetica moltoprima del 2025, come richiesto dall’Unione Europea; questo si potràrealizzare con la collaborazione tra Università, Istituzioni, EntiPubblici e Imprese”. Degli incentivi che arriveranno attraverso il FESR ha parlato MarcoNaseddu, del Centro Regionale di Programmazione della RAS: “Sullatransizione energetica abbiamo 261 milioni di euro di cui 195 perpromuovere le misure di efficienza energetica, 53 per promuovere laproduzione di energie rinnovabili e 12 per sviluppare sistemi, reti eimpianti di stoccaggio energetici intelligenti a livello locale”. Ma a fronte di tutte queste potenzialità, vi sono ancora i costienergetici esorbitanti. Infatti, sfiora 1 miliardo di euro la cifratotale che le micro, piccole e medie imprese della Sardegna hannopagato in più in bolletta negli ultimi 18 mesi, rispetto alle tariffepre crisi. Il conflitto russo-ucraino ha, infatti, ha innescato unvertiginoso aumento dei costi energetici equivalenti a un +52%rispetto a quelle di fine 2021. Prezzi insostenibili per tanteattività che hanno portato gli imprenditori a ragionare su qualisoluzioni adottare per contenere il “caro energia” e quindi a comesfruttare le energie alternative come il fotovoltaico. Il dossier di Confartigianato Sardegna e Smart Land, società divalutazioni, analisi e strategie per la trasformazione, lo sviluppo ela rigenerazione urbana dice inoltre che l’uso delle rinnovabili staavendo sempre di più un ruolo centrale nelle politiche energetichefunzionali alla transizione ecologica e per il contrasto aicambiamenti climatici. L’urgenza di tali politiche è ben evidentedagli effetti negativi che quotidianamente si manifestano nei nostriterritori, come conseguenza a tali cambiamenti, in termini di costitanto economici quanto sociali. La Sardegna ha una produzione energetica in surplus rispetto alleesigenze regionali, garantendo in questo modo l’alimentazione di altreregioni (Lazio e Corsica in primis), ma il problema è che oltre il 71%della produzione è da fonti non rinnovabili, con tutte le conseguenzeche essa comporta anche in termini di inquinamento. L’obiettivo nazionale e regionale al 2030 è incrementare la produzioneda fonti rinnovabili in Sardegna di 6,2 GW, perché al fine delraggiungimento dell’obiettivo 2030, secondo il PNIEC (Piano NazionaleIntegrato per l’Energia e il Clima) che fissa al 40,5% i consumisoddisfatti da fonti rinnovabili), mancano 16,8 punti percentuali allaSardegna per raggiungere l’obiettivo. La Sardegna oggi produce 13.395 GWh di produzione lorda e ne consuma8.112, ma solo 3.443 GWh è prodotto da fonti rinnovabili, con unaproduzione per autoconsumo limitata al 3,4% sul totale, rispetto aduna media nazionale del 10,2%. Se la Sardegna volesse produrre tuttal’energia che le serve attraverso fonti rinnovabili dovrebbeincrementare la produzione energetica sostenibile di 4.250 GWh. Ad oggi la produzione da fotovoltaico in Sardegna pesa il 17% sultotale dei consumi regionali, un valore che andrebbe ampliato perraggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC. Tuttavia in Sardegna adoggi la produzione da fotovoltaico ha consumato molto suolo, perché il40% della produzione deriva da impianti di produzione è a terra. L’usodel fotovoltaico sui tetti dei capannoni è un sistema ad oggi pocodiffuso ma di grandi potenzialità. In Sardegna ci sono 495 aree produttive, propriamente dette, per untotale di 97 kmq, pari allo 0,4% della superficie regionale. In questearee, secondo le stime di Smart Land, sono disponibili 15,8 milioni dimq di tetti i quali potrebbero essere utilizzati in tre modi: un primo obiettivo minimo fissato…

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